Gli effetti della pandemia sulla nostra psiche

Gli effetti della pandemia sulla nostra psiche 5 www.psychomer.it DSS

Il Covid-19 sta imperversando nelle vite della popolazione mondiale da ormai un anno e mezzo, e ancora non si sa quando la pandemia giungerà al termine. Il virus ha privato molti dei propri cari, senza la possibilità di vederli un’ultima volta o di dargli un saluto degno di questo nome, con tutte le ripercussioni psicologiche del caso. Una perdita diversa, ma senz’altro importante, l’ha subita chi si è ritrovato senza lavoro: il diffondersi dell’emergenza sanitaria ha provocato il collasso di alcuni settori economici, lasciando parecchie famiglie in balia delle difficoltà. Anche per coloro che non hanno dovuto affrontare situazioni del genere non è andato tutto bene, come recitavano gli striscioni appesi fuori dai balconi durante il primo lockdown, anzi per continuare la metafora si può dire che ombre oscure hanno preso il posto di arcobaleni speranzosi, intaccando la salute mentale di una buona percentuale di soggetti, a dimostrazione di come in atto vi sia un’ondata ancora più subdola e invisibile del virus, che non potrà essere contrastata con un vaccino, anche se questo strumento rappresenta il primo passo per raggiungere l’agognato ritorno alla normalità.

Conseguenze psicologiche e implicazioni sociali della pandemia

I dati parlano chiaro: 1 italiano su 3 corre il rischio di essere travolto da quello che viene chiamato “trauma da pandemia”, secondo quanto riportato dalla Società Italiana di Psichiatria. Rispetto all’era pre-Covid è stato registrato un +30% di pazienti in cura presso i Dipartimenti di salute mentale. Il rischio di cadere in un tunnel depressivo è più alto per le donne, essendo predisposte in misura maggiore a tale patologia; per gli anziani che hanno dovuto affrontare lunghi periodi di isolamento senza poter abbracciare figli e nipoti; ma anche per i giovani (in particolare gli adolescenti) che si sono visti stravolgere le abitudini di vita, senza la possibilità di vivere esperienze importanti per la loro crescita, e che non avranno modo di recuperare in futuro. Tutti sono stati travolti dall’incertezza, che la pandemia ha reso compagna costante delle giornate, scandite dalla noia e dalla ripetitività dei gesti, a cui si sono sommate le difficoltà socioeconomiche e la consapevolezza di dover convivere con il virus per un lungo periodo, di cui non si può ancora ipotizzare il termine. Frequente il disturbo da stress post-traumatico, con un’incidenza del 28% tra le persone che hanno contratto il virus, i cui effetti si protrarranno nel tempo lasciando segni profondi sulla psiche. Metà dei contagiati ha manifestato disturbi psichiatrici: il 42% ansia, il 20% sintomi ossessivo-compulsivi provocati dalla paura di contaminazione, il 32% sintomi depressivi. Bilancio drammatico, che colpisce anche chi non è entrato in contatto diretto col Coronavirus sotto forma di crisi di nervi e rabbia, dovute all’esaurimento e alla stanchezza per una situazione ormai estenuante.

Alcuni aspetti positivi

Non ci sono solo cattive notizie: in alcuni soggetti affetti da psicosi, l’avvento della pandemia ha contribuito ad assottigliarne i sintomi. Chi soffriva di sintomi da ansia sociale o da prestazione, grazie allo smart working o alla didattica a distanza, è riuscito ad affrontare meglio il suo disturbo, avendo la possibilità di interagire con le persone solo tramite uno schermo. Coloro che sul lavoro o in altri contesti non riuscivano a sottrarsi alle richieste o agli impegni si sono sentite meno oppresse e in colpa a rifiutarle, merito della condizione di isolamento che ha instillato il coraggio di farlo. Il lockdown ha aiutato inoltre a fare un punto della situazione su dove si era arrivati nella propria vita, e il momento di pausa vissuto ha permesso di mettere in atto strategie per darle una svolta in caso di insoddisfazione, oltre ad aver offerto un break per dedicarsi ad alcune attività per cui non si aveva tempo nella frenetica quotidianità.

Il vaccino: una luce in fondo al tunnel

Altre buone notizie giungono dalla campagna vaccinale, che potrebbe smuovere la situazione e contribuire in parte alla risoluzione dei problemi connessi alla salute mentale che si sono verificati nell’ultimo anno, anche se il vaccino non è la cura che potrà guarire tutti i mali, anzi servirà una rete di supporto psicologico capillare per aiutare i soggetti compromessi a ristabilirsi completamente. Il commissario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo ha stabilito come obiettivo la vaccinazione dell’80% della popolazione entro settembre, con le inevitabili differenze che intercorreranno tra una Regione e l’altra, a causa delle differenti politiche di trasporto farmaci adottate. Dopo una partenza traballante, dovuta alla mancanza di un piano nazionale vaccini che fornisse delle linee guida per le Regioni e alle difficoltà legate al reclutamento di personale medico che somministrasse i vaccini, la campagna sta proseguendo a pieno regime, e il merito va dato anche alle aziende di trasporto come DSS Bio Pharma, capaci di offrire anche nelle fasi più delicate dell’emergenza una piena professionalità, attenendosi alle normative in materia di packaging ed effettuando trasporti a temperatura controllata, aspetto da non sottovalutare soprattutto per il vaccino Pfizer, che deve essere conservato ad almeno -80°. Il monitoraggio costante e la presenza di un personale qualificato rappresentano una sicurezza nella lotta contro il virus, e una marcia in più per arrivare a vedere in fretta la luce in fondo al tunnel.

Su Marina

Guarda anche

essere soddisfatti del proprio lavoro

Essere soddisfatti nel proprio lavoro.Quali sono i segreti

Essere soddisfatti nel proprio lavoro . Quali sono i segreti Diceva Confucio “Fai quello che ami …